Castelnuovo di Porto (torre di Belmonte)

CENNI STORICI

«L'insediamento di Belmonte, distante circa un chilometro e mezzo da Castelnuovo, è in posizione dominante; una lunga e stretta piattaforma di lava trachitica elevata alla confluenza dei fossi di Costa Frigida e di S. Antonino, lungo un'ampia vallata situata sulla sinistra della via Flaminia. Lo si raggiunge percorrendo dapprima una strada recentemente asfaltata che si biforca dalla Flaminia al km. 26, seguendo poi un sentiero che, sulla mano sinistra, oltrepassa il fosso di S. Antonino su di un ponte medievale, inerpicandosi nel fianco del colle, con numerose antiche tagliate nella roccia. Belmonte fu un oppidum etrusco, fondato forse da coloni della città di Veio, intorno al VII secolo a.C., quale avamposto sulla sponda destra del Tevere. ...  Scarse sono le notizie di Belmonte in età medievale; il Ricci afferma che fu variamente denominata: Pentapoli, Città delle Colline, Città delle Colonie, Città delle Castella. Appartenne ai conti di Tuscolo, poi al Monastero di S. Paolo (XII sec.?); successivamente è menzionato nella bolla portuense di papa Gregorio IX del 1236: plebes et eclesiae in Belmonte et in Castello Novo; ma nella nota degli abitati soggetti alla tassa sul sale e focatico del 1348, non compare, forse perché già abbandonato. La parte più alta del lungo pianoro (290 m.s.m.) è dominata dagli avanzi di una torre, poco più di due pareti superstiti di m. 6.90x6.00, dello spessore di m. 0.80, ed alta circa m. 7.50.Il lato ad ovest della torre, in muratura "a tufelli" (che risale al XII secolo), mostra chiaramente l'ammorzatura di una precedente struttura in opera a scaglie di selce e marmo, cosiddetta "saracena": si tratta probabilmente dei resti della primitiva torre di segnalazione del IX secolo, diversamente orientata e sacrificata per fare spazio alla costruzione di quella oggi esistente. La torre di Belmonte era completamente isolata dal resto dell'insediamento per mezzo di due fossati artificiali, larghi rispettivamente m. 6.40 ed 8.30, che delimitano uno spazio rettangolare fortificato da interpretarsi come il "castello", con resti del muro di cinta e di alcune feritoie, per il tiro strategico di archi o balestre. Il passaggio tra il castello ed il fossato a nord-ovest, era assicurato per mezzo di un ponte di legno amovibile, di cui restano i fori di ancoraggio al suolo: un ulteriore fossato, è ubicato a circa venti metri di distanza dal precedente, e delimita uno spazio isolato da interpretarsi come un "rivellino" (ingresso avanzato e fortificato del castello). E inoltre possibile che queste fortificazioni fossero affiancate o completate con l'uso di steccati lignei o siepi di arbusti spinosi e impenetrabili, simili alle recinzioni per bestiame utilizzati ancor'oggi dai pastori. Presso la torre ed i fossati, la British School at Rome effettuò alcuni saggi archeologici nel 1960 con scarsi risultati, a causa del dilavamento superficiale. ...».

Bibliografia e Sitografia
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XIV sec.

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