CENNI STORICI
Già rocca inclusa nello Stato di Camerino (1265), Castello d'Elce era collegato al Castello di Percanestro, estremo baluardo nel quadrante Sud-Est per la difesa del territorio camerte verso Roccafranca. È ancora ben visibile il tracciato delle mura dell'antica rocca in calcare bianco e rosa, benché il castello, il cui nome evoca la presenza di lecci nelle pareti rupestri attigue, sia ridotto a un rudere. Esso è contornato verso valle da grossi esemplari di ciliegio e, nella parete a monte, da aggruppamenti di cerro e di acero campestre. Lo scenario circostante tipicamente montano si presenta come una sequenza compatta di boschi naturali in cui domina la cerreta. Sono diffusi stadi di colonizzazione a ginestra e ginepro comune che precedono l'avanzamento del bosco. La quota altimetrica elevata e la pressoché assoluta assenza di inquinamento luminoso rendono il sito ben idoneo alla osservazione di stelle, pianeti e oggetti del cielo profondo. Ma è la presenza stessa della Torre, nonché di vegetazione sul lato Nord, a impedire che lo sguardo possa volgersi tutt'intorno per 360°. Dal valico di Monte Pizzuto, cui è possibile accedere salendo di quota, è possibile godere di condizioni ideali per le osservazioni.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Rudere
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI