CENNI STORICI
Il primo nucleo del palazzo è verosimilmente edificato intorno al 1450, negli anni in cui la famiglia Arborio si irrobustisce ed inizia la sua veloce ascesa sociale, che nel secolo successivo – grazie alla figura del suo esponente più illustre, il cardinale Mercurino – la porterà ad occupare un ruolo di indiscussa supremazia nel tessuto sociale cittadino. Già Mercurino si occupò fattivamente della sua dimora, presso la quale fece lavorare nel 1523 frescanti di scuola novarese – Pietro da Novara, Angelo Canta e Daniele de Bosis. Non rimane nulla di questi interventi, poiché – ad eccezione di alcuni dettagli architettonici cinquecenteschi ancora visibili nel cortile principale – l’odierno palazzo denota un aspetto pienamente sei-settecentesco. Sul grande cortile, ornato da arconi di portici sormontati da cornicioni e scanditi da lesene, si affacciavano gli ambienti di maggior prestigio, compresa la lunga galleria – oggi non più esistente – che occupava il piano superiore della manica orientale, e che gli antichi inventari ci descrivono ricca di quadri ed arredi. Dopo la cessione da parte della famiglia Arborio Gattinara, in età napoleonica, e il suo frazionamento tra privati, il palazzo ha subito distruzioni e rimaneggiamenti: fortunatamente l’Associazione Culturale di Gattinara ha potuto riscattare alcuni locali di notevole pregio, facendone la propria sede. Tra i vani al pianterreno, oltre ad uno studiolo sulle pareti del quale sono riapparse le tracce di un grande affresco che raffigurava il blasone cardinalizio di Mercurino, spicca l’ampio salone, coperto da soffitto a cassettoni e ornato con scene bibliche, incastonate in tondi riccamente ornati. Al primo piano sussistono i resti della antica cappella nobiliare, ornata da piccole scene della vita di Cristo dipinte tra le membrature del soffitto, mentre l’attigua saletta mostra le vivaci allegorie delle quattro stagioni, incorniciate da una ricchissima decorazione ad affresco della volta. L’ultimo salone, dotato di soffitto ligneo a cassettoni, è animato dalle allegorie dei continenti, anch'esse inquadrate in un complesso partito ornamentale costituito da elementi architettonici. Poco si sa di questi affreschi: ignoto l’autore, si può solo tentare di inquadrarli in un orizzonte cronologico che, in assenza di studi più accurati, si deve giocoforza mantenere aperto ai secoli XVII e XVIII.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
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