PAOLISI (borgo, palazzo Tirone)

CENNI STORICI

La cittadina è formata da tre rioni ben distinti morfologicamente e storicamente. Il centro storico è il settore più caratteristico, con ampie zone di sovrapposizioni post-settecentesche, frutto delle imponenti opere di ricostruzione seguite ai disastrosi terremoti. Il decumanus maximus ha pressappoco l'andamento dell'attuale corso. Il tessuto viario ed edilizio si articola anche con i numerosi quartieri che vanno sorgendo. I tipi edilizi, in questo sito, hanno caratteristiche seriali e si aggregano in isolati a schiera e di conformazione irregolare. L'insediamento settecentesco, dovuto alla ricostruzione, dopo i terremoti del 1688 e del 1702, consolida tutta la parte abitativa collinare e più elevata del nostro paese. Lungo questi assi viari e nelle loro adiacenze, si realizzarono numerose emergenze architettoniche, palazzi, chiese, che costellarono il tessuto urbano, dando luogo a molteplici punti di convergenza formale e funzionale. Formarono così degli "ambiti locali" di notevole interesse, degli spazi singolari destinati a persistere integrandosi e sovrapponendosi alla omogenea generalità degli elementi seriali abitativi. L'insediamento ottocentesco rafforza sempre più, anche con imponenti sventramenti, la funzione primaria dell'asse longitudinale, divenuto via Roma. Qui avviene la concentrazione di tutte le principali attrezzature direzionali e commerciali, con conseguente rapido decadimento delle aree retrostanti. Tale funzione del corso viene esaltata anche dalla realizzazione di unità edilizie di notevoli dimensioni. Ciò nonostante è possibile una lettura del tessuto urbano più antico specie se condotta per settori morfologicamente omogenei che consentono l'individuazione di parti che conservano una certa unitarietà. Lungo la via Roma, intensamente urbanizzata, non troviamo più le originarie edificazioni, ma prospettano su questo asse viario, palazzi costruiti a partire del XVI secolo in poi.

Questo asse è dominato dalla graziosa vista prospettica del palazzo Tirone oggi di proprietà Fuccio. La sua impostazione architettonica, che oscilla tra lo stile neoclassico e lo Stile Liberty, in buona parte è andata perduta a causa dei rifacimenti dovuti agli eventi sismici del 1980. Il palazzo, anche se svisato nella parte alta della cornice di gronda, resta, per le rimanenti parti, il prototipo delle abitazioni neoclassiche in Paolisi. La linearità architettonica, caratterizzata in tutta la sua lunghezza dallo spartito armonico e simmetrico dei piani, entro i quali prendono vita i vani balconi, coperti di cornice e da timpani triangolari aggettati, di grande effetto decorativo. Una volta era bello vedere la purezza architettonica di questo complesso, che traspariva attraverso l'impianto dell'edificio sia esterno che interno. Oggi, la vista si può appagare visionando e leggendo quelle poche parti dell'originale partizione del prospetto, diviso in settori binati sia dei piani che delle aperture. Il prospetto è suddiviso in cinque scomparti, quelli laterali, racchiusi in semplici paraste listate, nel cui centro si apre un vano balcone semplice, sovrastato da un timpano triangolare. La parte inferiore, si caratterizza da vani luce in forma rettangolare che danno vita a piani terranei. Il settore più largo del prospetto contiene due vani luce, binati da una sola balconata. Il ricco e armonioso prospetto centrale, completa ed unisce le parti ad esso simmetriche. L'elegante balcone della parte mediana è sormontato da un timpano triangolare, il tutto racchiuso in paraste doppie, ornate nella parte centrale da tralci e fiori lavorati a stucco. Un elegante portale ad arco a tutto sesto è racchiuso tra grosse paraste listate doppie.

La tradizione vuole, che per la presenza nella zona dell'arte Vanvitelliana. questo palazzo abbia subito l'influsso di quello  stile. In questo contesto, più che i singoli motivi vanvitelliani, va sottolineata una accurata ricerca di impaginazione del prospetto, per la visione frontale e per l'intelaiatura dei piani, ove gli spazi vengono scanditi con un certo rigore. Al di là del valore storico artistico del complesso, va sottolineato quello della posizione, ascrivibile alla creatività urbanistica che si andava sviluppando lungo l'asse viario nel XVIII secolo. L'androne rettangolare, che domina la parte inferiore con la sua eleganza e la sua austerità è diviso in tre parti da una successione di archi e da tre volte a vela. Questo, costituisce l'unico pezzo che si è salvato dalle furie devastatrici. Superato il lungo androne, ci si trova all'improvviso nello spazio del cortile. Un tempo, la parte superiore dei due fonti era tutta decorata con pitture di stile liberty e sfondi pompeiani. Oggi, di quel fastoso cortile, restano alcune parti del loggiato a colonne scanalate sormontate da capitelli ionici e le tracce di un fregio decorativo periplo. Sulla sinistra della parte terminale dell'androne, si apre l'invito della scala principale. Anche in questa, di quello che fu il fasto e l'eleganza, dell'unica rampa resta ben poco, tutto è stato manomesso e alterato, come manomessi e alterati sono stati i piani nobili, ricchi di motivi decorativi e di zone affrescate. Queste testimonianze sono andate barbaramente distrutte. La storia di questo edificio, come si può ben constatare, risulta strettamente legata a quella delle famiglie che nei secoli lo hanno posseduto rendendolo funzionale, decoroso e bello.

Bibliografia e Sitografia

https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500260487

Articoli di approfondimento

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XV sec.

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