CENNI STORICI
«Il castello di Semese (m 803 s.l.m.), in muratura di pietrame a vista e copertura in coppi, occupa l'estremità di un ampio altopiano, che domina tutto l'orizzonte dell'alta valle del Panaro in un settore critico di permanente contesa tra Esarcato e Longobardi nell'alto medioevo, tra bolognesi e modenesi in epoca comunale, tra dominazione estense e Stato della Chiesa più tardi. L'insediamento castellano è da fare risalire alla fine del '200 a margine dell'antica strada Montese-Pavullo, sulla base di un preesistente presidio longobardo (torre di avvistamento) e prima bizantino, come testa di ponte tra il vasto terrazzamento di Verica e il castrum centrale dislocato sulle colline di Pavullo. Lo sviluppo edilizio del castello ricorda da vicino la prima fase di accrescimento del castello di Montecuccolo, rimanendo la torre isolata rispetto alla dimora feudale costruita sul perimetro della difesa meridionale del castello e cinta da una cortina muraria di forma poligonale, per difenderla a settentrione sul lato meno protetto. Signoreggiato prima dalla potente famiglia dei "Da Verica" dell'omonimo e antichissimo castello, alla fine del '300 viene in possesso dei Montecuccoli che, in virtù della sua felice posizione topografica ed in un quadro strategico proiettato su tutto il Frignano, lo potenzieranno come castello della Pieve di Verica. Nell'atto di donazione del 1387 ai bolognesi dei possedimenti di Gaspare Montecuccoli, signore di Semese, risultano soggette al castello le fortezze di Sasso, Castagneto, Bibone, Monteauriga (Verica), Corogno, Monterastello, Montefolignano, Montemarcio (Cà di Marzo), Monticello.
L'analogia con la tipologia castellana di Montecuccolo si può estendere al "borgo", pure disposto attorno ad una piazza, qui di dimensioni maggiori, con la chiesa, l'osteria, la casa del podestà, nella quale si teneva un importante mercato di sabato. Per inciso può risultare notevole anche il parallelo della evoluzione storica dei due castelli, destinati entrambi a soppiantare i precedenti castelli di pieve (di Renno di Sopra e di Verica) anche se Semese rimase sempre in rapporto di subordinazione a Montecuccolo, castello di valle del Frignano, e maniero avito della grande casata. Una descrizione ed un disegno della prima metà del Seicento, raffigurano il castello munito di tre torri, di cui la centrale, merlata a pianta rotonda, costituiva il "rivellino" che proteggeva la porta principale con ponte levatoio. La cinta muraria attuale, attorno alla torre è una ricostruzione recente ed impropria. La parte alta della torre è stata ristrutturata a cella campanaria alla fine del '500. La chiesa di S.Giacinto, eretta nel 1598 dal marchese Enea Montecuccoli, campeggia sullo spazio orizzontale della piazza e particolarmente sull'ala delle stalle-scuderie-abitazioni coloniche che occupano tutto il lato opposto. Le cinque nicchie che adornano la facciata contenevano le statue del Begarelli (o della scuola) poi trasferite nella Pieve di Verica, a dimostrazione dell'importanza di questo raro e compiuto esempio di architettura aulica (manierista) trapiantato in montagna. Interessante è un rilievo poco distante dal castello, detto di S. Giacomo, con resti di muraglie (che seguitano anche verso nord e verso ovest dentro una fitta boscaglia), probabile sede di un castelliere ligure sul cui tracciato è posto il piccolo oratorio di S. Rocco, antichissima cappella erede, forse, di un edificio di culto pagano».
Bibliografia e Sitografia
https://castelliere.blogspot.com/2013/08/il-castello-di-giovedi-1-agosto.html
Articoli di approfondimento
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XIII sec.
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