CENNI STORICI
I primi anni del secolo XI l'Italia Settentrionale, per diverse evenienze, fu scossa da particolari avvenimenti, talvolta tumultuosi, legati a guerriglie e rivolte insorte in seno alla popolazione brianzola desiderosa di salvaguardare la propria autonomia ed incolumità sotto le pressioni del nemico. In ogni città, dunque, venne esposto un elenco contemplante le diverse tipologie di pericoli incombenti e di pubbliche urgenze. La tradizione vuole che, al suono del Campanone presente sul campanile d'ogni borgo, tutti abbandonassero le proprie abitazioni e, opportunamente vestiti di ferro ed armati di roncole, tridenti e simili, corressero nella piazza principale, così da poter ascoltare i comizi e, qualora si rivelasse opportuno, per correre in difesa della patria. Al fine di garantire una veloce propagazione del messaggio di pericolo in tutto il territorio brianzolo, ci si serviva delle principali torri campanarie, ubicate nei luoghi maggiormente significativi. Probabilmente, la torre di Montevecchia, collocata in alto e, dunque, con ampia visuale, riceveva i rintocchi dal campanile di Vimercate; quindi inoltrava il messaggio sonoro alla torre di Erba e, quest'ultima, a quella di Montorfano. Quindi, i rintocchi proseguivano verso il campanile di Cantù il quale, poi, li tramandava a Mariano Comense, quindi alla torre del Barbarossa di Seregno ed, infine, al campanile di Desio e di Vedano al Lambro, per poi chiudere il circuito del segnale al campanile di Vimercate, quale ricevuta d'un messaggio inviato in tutto il territorio brianzolo. I campanili citati, poi, avevano il compito di diffondere i rintocchi anche ai più piccoli campanili presenti in seno ad ogni borgata. L'espressione Campanone della Brianza, probabilmente, si riferisce al quasi contemporaneo suono dei campanoni delle principali torri campanarie della Brianza, quasi a creare un'unica suggestiva campana segnalante il pericolo. La torre del Barbarossa, originariamente, in virtù di quanto appena esposto, presentava un'altezza superiore di quella odierna; solo in seguito, quando l'Autorità decise di adibirla a campanile, la torre venne abbassata, anche in relazione all'aumento del numero di campane ospitate, passate dalle quattro si San Vittore alle attuali nove, per ovviare a problemi statici.
La torre del Barbarossa rappresenta il simbolo di Seregno ed è caratterizzata da uno stile guelfo, molto raro nell'architettura coeva; si pensa che, più di mille anni or sono, appartenesse ad un maniero della zona. Una tesi, invece, l'accredita come torre campanaria della chiesa di San Vittore, poi in gran parte demolita e di cui restano poche traccia. La leggenda vuole che l'imperatore Federico I del Sacro Romano Impero, detto il Barbarossa se ne servisse al fine di vedere per tempo le truppe nemiche giungere da Milano e potere così schierare l'esercito. In seguito, con l'edificazione della chiesa di San Vittore, venne usata quale torre campanaria per ospitarvi i quattro bronzi di San Vittore. La leggenda del Barbarossa si fonde con il computo ben più probabile ed attendibile svolto dalla torre ed esternato nel precedente paragrafo. Attualmente la torre è di proprietà del Comune, il quale, a partire dal 1990, ha provveduto ad un restauro tecnico e conservativo della medesima.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XI sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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