Villachiara (castello Martinengo)

CENNI STORICI

Citato per la prima volta in un documento del 1113, il paese fu probabilmente feudo del monastero femminile bresciano di Santa Chiara. Divenne nel '200 feudo dei Martinengo, che vi costruirono il castello verso la fine del '300 con Barolomeo III, governatore di Parma, Piacenza e Cremona. Questo bell'edificio può considerarsi più un palazzo che una fortezza, anche se con torri e ponte levatoio fu edificato a scopo residenziale, successivamente rimaneggiato tra il 1450 ed il 1530. Si presume comunque che sia sorto, come per la gran parte dei castelli siti soprattutto in pianura, su fortificazioni precedenti all'interno dell'antico "castrum". Ben presto Villachiara soppiantò la vecchia Villagana per la sua posizione centrale del territorio. Nel 1427 la vittoria di Maclodio portò al Carmagnola il feudo di Villachiara, che nel 1453 fu milanese per un solo anno e con la pace di Lodi del 1454 tornò alla Serenissima e ai Martinengo. Il castello nel '500 divenne residenza signorile dei Martinengo (ricordiamo in particolare Marcantonio M. - 1546 - che, al servizio di Venezia, si distinse nella battaglia di Lepanto) e fu teatro di guerre e tradimenti familiari, nonché di amori e incesti a corte. Passò di proprietà svariate volte ai vari discendenti della famiglia sino alla seconda meta del '700, periodo che vide abitarvi un Martinengo per l'ultima volta. Da allora fu ceduto a numerose altre proprietà, sino ai giorni nostri in cui l'edificio è adibito in parte ad abitazione e in parte ad uso rurale. Documenti storici parlano della presenza dei celebri fratelli Campi come decoratori sia per le sale interne che per gli affreschi esterni con putti festanti. Altri affreschi cinquecenteschi si intravedono nell'androne d'ingresso. L’opera di pittura, di mano di Lattanzio Gambara e allievi più notevoli, è tuttora una sala terrena dipinta a putti e grottesche nelle pareti e che esprime nel la volta il carro di Febo coi segni dello Zodiaco. Vi sono nelle sale superiori altre sale dipinte delle quali una con soffitto a cassettoni e tavolette a tempera della scuola del Gambara. Un bel cordolo in laterizio lavorato a treccia (raro se non unico nel bresciano) ricorda quello più elaborato ed in pietra del castello estense a Ferrara. Sarà un caso ma nel cinquecento fra i Martinengo di Villachiara e gli Este avvenne un matrimonio: Bartolomeo Martinengo con Rizzarda d’Este, oltre a proficui scambi culturali fra le due città veicolati da Vincenzo Maggi, lettore di filosofia alla corte estense. Insomma qualcosa si sarà pur visto e riportato... Il lato verso la piazza è una bassa costruzione percorsa da caditoie e racchiusa tra due torri cilindriche, che conserva cortine con merlatura. Il fossato che lo circondava è stato trasformato in giardino. Il Razzetto, fabbricato seicentesco porticato che precede l'ingresso, ospitava le scuderie.

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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