GAGLIANO DEL CAPO (borgo, resti del castello baronale)

CENNI STORICI

La cittadina, adagiata sul costone della Serra dei Cianci è stata protagonista di varie vicende feudali così come tanti altri casali di Terra d'Otranto. Durante il dominio angioino (tra il XIII e il XV secolo), divenne feudo di Isolda De Nocera, del milite francese Guglielmo Brunel e di Mariotto Corso. Nel 1495, Gagliano fu concessa da Ferdinando di Aragona alla famiglia Castriota Scanderbegh, i cui discendenti abitarono nel castello di Gagliano situato accanto alla Chiesa Parrocchiale. Il borgo antico, era circondato da mura edificate tra il 1413 e il 1421. Divenne rifugio anche degli abitanti dei casali vicini (Valiano, Misciano, Prusano, Santu Dimitri, San Nicola e Vinciguerra). Nel secolo XVII il feudo passò ai Conti di Alessano e solo nel 1806 il paese fu sciolto da ogni vincolo feudale. Nel corso dei secoli, Gagliano, pur essendo munito delle Torri costiere come quelle di Montilongo e Novaglie, ha subito i continui attacchi dei Saraceni. Nel 1547 il pirata algerino Dragut sbarcava a Salve e attaccava Gagliano facendo ogni sorta di razzia» - «Il Palazzo [Ciardo] fu edificato nel 1900 sui ruderi del vecchi castello baronale di Gagliano del Capo, del quale attualmente è rimasto un torrione con un grande cisternone alla base, visibile dall'esterno attraverso il vicolo tra il palazzo e la Chiesa Matrice di San Rocco. L'interno di questo torrione è stato attualmente adattato a piccola cappellina dell'oratorio. Il lato esterno che dà su via Fra Basiliano Le Mura, anticamente il fossato del castello, oggi è uno spiazzo dedicato alle manifestazioni della parrocchia. La prima stanza, che affaccia su via Antonio Bisanti, nella prima metà del XX secolo, era adibita a farmacia comunale, attualmente è usata come biblioteca della parrocchia, mantenendo la sua forma semi-ovale con stuccature dorate. La stanza centrale, adiacente alla biblioteca, è stata adibita ad ufficio parrocchiale. Sul lastricato solare sono presenti mattonelle in maiolica provenienti dallo smantellamento, nel 1956, del piano di calpestìo della Chiesa di San Rocco. Due stanze del piano superiore e una nel piano inferiore sono pavimentate a mosaico, quest'ultima reca la data 1900. Sono presenti anche delle stalle, che affacciano su via Fra Basiliano Le Mura, con pile per la raccolta di derrate alimentari, ed un torchio in legno del tipo "alla genovese".

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

SITO UFFICIALE

IMMAGINI

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