Grottolella (castello Macedonio)

CENNI STORICI

«Il "Castello dei Duchi Macedonio" si erge a dominio del vecchio Borgo di Grottolella, sulla Valle attraversata dal Torrente di San Giulio. Attualmente, il Maniero si presenta ben conservato ed è abitato. Esso fu edificato nella seconda metà dell' XI secolo, su una preesistente roccaforte longobarda. Così come gli altri castelli presenti in Irpinia, l'edificio ha subito innumerevoli ristrutturazioni, soprattutto in epoca svevo-angioina e tardo aragonese. Da fonti storiche si evince che il Forte fu assediato, e successivamente ristrutturato, intorno alla metà del XII secolo, ad opera delle truppe guidate da Ruggiero II "il Normanno". Nel 1650, il Castello fu trasformato dai Macedonio – feudatari dell'epoca - in una sontuosa dimora gentilizia. I Macedonio erano una nobile famiglia fiorita nel Regno di Napoli a partire dal XIII secolo. Ritenuta, per via del cognome, di origine greco-macedone, purtroppo la casata si è estinta in tutti i rami napoletani. L'origine della famiglia risalirebbe alla dinastia Macedone di Bisanzio e, secondo la tradizione, sarebbe discesa da una sorellastra di Alessandro Magno, Tessalonica (figlia di Filippo II di Macedonia) moglie di Cassandro, re dei Macedoni. Evocando tale leggendaria discendenza, la famiglia fu detta anche "Macedonio del Leone". Nel 1646, i Macedonio ottennero il titolo di Duchi di Grottolella. I Macedonio ebbero la signoria di Grottolella, con il citato titolo di duchi, fino all'abolizione della feudalità, nel 1806. Si deve a questi ultimi la risistemazione sia del Castello sia dell'annessa cappella, risalente al 1150 e luogo di culto fino al 1700. L'attuale aspetto esterno del Castello Macedonio è quello aragonese (XV secolo).

L'imponente struttura presenta una pianta quadrangolare (29x24 metri) disposta sull'asse nord-ovest/sud-est, una corte interna (cui si accede da un portale ad arco in pietra arenaria con decorazioni floreali), dei bassi corpi di fabbrica, una cortina esterna in pietra calcarea scandita da finestre rettangolari e rinforzata, agli angoli, da quattro torrioni (tre cilindrici ed uno quadrato). Sul lato meridionale son presenti alcune fabbriche ottocentesche addossate al muro perimetrale del Fortilizio. L'ingresso, sul prospetto orientato a nord-ovest, è posto tra due possenti torrioni circolari, di cui quello a destra ospita al piano terra una piccola Cappella Gentilizia con pregevoli affreschi del '600. All'angolo nord, vi è una Torre quasi cilindrica su base scarpata di cinque metri di diametro, alta sedici e realizzata con pietre calcaree miste a tufelli di taglio irregolare legate con abbondante malta. La Torre ovest, su base trono-conica scarpata, misura sette metri di diametro e quindici di altezza, e presenta due livelli e paramento in pietrame. La Torre dell'angolo sud – che appare come quella meglio conservata – presenta un alto basamento scarpato di cinque metri di diametro e circa dodici di altezza. Costruita con pietre calcaree miste a tufelli irregolari e malta, la costruzione si compone all'interno di due piani comunicanti mediante scala elicoidale. L'unica Torre quadrangolare (inglobata quasi interamente nelle strutture posteriori dell'angolo sud-est, ma sporgente ancora dalla pianta con pareti esterne lievemente scarpate) è alta circa quindici metri e presenta all'interno due vani sovrapposti. Dal cortile – che è a pianta rettangolare (10x15 metri) ed è fornito, al centro, di cisterna - si accede agli ambienti del pianterreno (di varie dimensioni ed uso), nonché agli alloggi residenziali ed ai sotterranei. Le cortine murarie interposte sono della stessa altezza dei Torrioni, anche se si notano finestre e balconi, dovuti alle suddivisioni e ristrutturazioni degli ambienti interni eseguiti in passato per ricavare abitazioni. Nel 1928, il Castello - che già agli inizi del 1900 fu dichiarato monumento storico e, pertanto, sottoposto a tutela - fu venduto dalla Famiglia Caracciolo a vari privati, subendo una sorta di frazionamento. In seguito al grave sisma del 1980, il complesso ha subito varie opere di ristrutturazione. Attualmente, il bel Maniero (che dall'alto domina Grottolella) è visitabile solo su gentile concessione dei suoi proprietari».

Bibliografia e Sitografia

http://www.avellinoturismo.it/arte-e-cultura/castelli/item/323-il-castello-macedonio-di-grottolella-xi-%E2%80%93-xvii-secolo.html

Articoli di approfondimento

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XIII sec.

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