NARDÒ (torre dell’Alto o del Salto della capra o della Dannata)

CENNI STORICI
È una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 metri su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina. Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo). Comunicava a nord con Torre U luzzo e a sud con Torre Santa Caterina. Note e curiosità. Riparata nel 1596. Decenni fa detta anche Torre del salto della capra». Una di esse [torri di guardia costiere] è la bella Torre dell'Alto, lungo la costa neretina, in località Santa Caterina. È posta quasi a guardia di uno dei luoghi più belli del Salento ed immersa nel verde dei pini d'Aleppo, su una rupe di ben 51 metri sull'azzurro del Mare Jonio; dall'alto della rupe si scorge a sud il profilo di Gallipoli, la Perla del Salento, e, a nord, la frastagliata costa del parco regionale di Porto Selvaggio. La rupe dove sorge il fortino era detta, nel 500, del Salto della Capra o, anche, è detta la dannata: si narra, infatti, che, da questo roccioso precipizio, venissero gettati in mare i condannati a morte. Il salto, ben 51 metri di irte rocce, non lasciavano speranze di salvezza. La torre è una tipica costruzione militare, alta circa 20 metri, con cordolo marcapiano a circa 9 metri di altezza. Il pianterreno non presenta accessi e l'unica porta è al primo piano, al quale si accede mediante una elegante scalinata esterna in tufo. Un tempo la scalinata era separata dalla torre ed un ponte levatoio permetteva di proteggere la piccola guarnigione di cavallari (solitamente due persone) da un eventuale assedio. Una cisterna, accessibile dall'interno, permetteva il necessario rifornimento d'acqua. L'interno della torre, purtroppo, non è accessibile. Tuttavia è facile immaginare l'esistenza di un grande ambiente al primo piano e delle scale, strette, anguste ed interne alla muratura che permettevano di passare al pianterreno, usato, probabilmente, per le scorte ed al tetto, da dove era possibile la difesa lanciando sugli aggressori ogni sorta di ordigno dalle caditoie. La torre, infatti, è ben provvista di caditoie: ne presenta ben 10, quattro verso il mare e tre per gli altri lati. Da esse potevano essere gettati grandi massi o olio bollente. La torre, inoltre, era scarpata alla base: questo accorgimento la rendeva ancora più difficilmente espugnabile.
Bibliografia e Sitografia

Torre dell'Alto - Visit Nardò (visitnardo.it)

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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