PETTORANO SUL GIZIO (porte)

CENNI STORICI

Porta San Nicola. Conserva ancora sulla sinistra notevoli resti di un tipo di torretta di difesa circolare che in origine doveva affiancare tutte le porte cittadine. Di notevole interesse risulta l'affresco situato nella parte più alta dell'arco: vi è raffigurata, tra due colonnine terminanti a fiaccola, Santa Margherita che sorregge con la mano sinistra il paese e con la destra una croce. La raffigurazione della struttura urbana, vista da SW, risulta particolarmente realistica; infatti sul puntone pentagonale del Castello è rappresentata una rigogliosa vegetazione, visibile fino ai recenti lavori di restauro del fortilizio. L'opera potrebbe essere datata intorno al 1656, come suggerisce una targa recentemente riportata alla luce da lavori di restauro.
Porta del Mulino. È il più modesto degli accessi al paese ma assai utile in passato. Come suggerisce il nome, attraverso questo passaggio si accedeva ai mulini sul fiume, fatti costruire dai Cantelmo. Attualmente la zona, assai suggestiva dal punto di vista naturalistico, conserva ancora i resti di queste antiche costruzioni (alcune risalenti al XVI secolo), e della ramiera ducale officina per la lavorazione del metallo.
Porta Cencio detta anche Reale o delle Manare. Le diverse denominazioni derivano da varie situazioni; il toponimo Cencia designava la piazzola antistante a forma circolare, come una cintura (dal latino cingula, cintura) realizzata su un dirupo. L'antica denominazione di Porta delle Manere (o Manare) non ha spiegazioni sicure: secondo alcuni si potrebbe collegare con la quasi omonima Porta Manaresca di Sulmona, termine spiegabile con l'espressione latina "mane arescit" che indicherebbe l'aridità del suolo per la lunga esposizione al sole (le porte sono esposte entrambe ad oriente) oppure derivante dal nome Manerio, conte di Valva e Signore di Pacentro. Solo dopo il 1832, quando il re Ferdinando II di Borbone entrò nel paese attraverso questa porta, assunse il nome di Porta Reale. Nei pressi di questa porta fino a qualche decennio fa erano ancora visibili i resti di una torretta di difesa, simile a quella posta a lato di Porta S. Nicola.
Porta San Marco o delle Macchie. Era ed è tuttora l'accesso più vicino al castello. La statua che sovrasta l'arco rappresenta Sant'Antonio, posto tra due pinnacoli. Nelle vicinanze doveva trovarsi una chiesa dedicata a San Marco, ricordata in alcuni documenti, che dette il nome alla zona e alla porta. La denominazione secondaria si deve invece al fatto che da questa porta parte una strada, un tempo denominata via delle Macchie, che conduce alla Chiesa di San Rocco.
Porta S. Margherita o delle Frascare. È posta sul versante SW del paese verso le sorgenti del fiume Gizio, dalla quale parte la strada esterna per raggiungere le chiese rurali di S. Margherita e di San Sebastiano e San Lorenzo. L'etimologia popolare riconduce il nome secondario della porta al fatto che vi passassero i taglialegna per andare in montagna a fare le frasche.

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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