Salandra (ruderi del castello)

CENNI STORICI

«Il primo documento ufficiale (la bolla papale indirizzata al vescovo Pietro di Tricarico) che ne attesta la presenza risale soltanto al 1060. Nel secolo successivo si ha notizia di una donazione: il feudo salandrese passò dalla contessa Emma Maccabeo al monastero di San Michele Arcangelo di Montescaglioso. In epoca normanna Salandra fu trasformata in baronia: ne reggeva l'imperio il barone Guglielmo De Caro, vassallo del conte di Montescaglioso. Successivamente gli Svevi ne ottennero il controllo con Gilberto di Salandra. La signoria passò poi, sotto la dominazione angioina, a Filippo della Lagonessa, ad Adimaro di Luco e a Ruggiero di San¬gineto, per giungere infine nel 1381 a Venceslao Sanseverino. Successivi signori di Salandra furono Tiberio Caracciolo, Margheritone Loffredo e il duca Francesco Revertera, che ne acquistò i possedimenti nel 1554. Questo duca si fece promotore nel 1573 della costruzione, su un preesistente sito religioso, del convento dei Padri Osservanti Francescani, un attivissimo e prezioso centro di produzione e diffusione di cultura. Dall'ambiente del convento, passato intanto ai Riformati nel 1598, scaturisce, infatti, il genio di Padre Serafino, l'uomo più illustre della storia della città: è autore di un dramma sacro precursore dell' opera di Milton. Salandra passò sotto la protezione di san Rocco nel 1656 in occasione di una pestilenza: fino ad allora il patrono dei salandresi era stato san Castolo. Circa due secoli dopo, allo scoppiare di una nuova epidemia, san Rocco fu designato unico patrono della città. ... Del Castello, costruito probabilmente nel XII secolo, restano ruderi (poche mura e due arcate)».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

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XVII sec.

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