SAN DONATO (resti del castello)

CENNI STORICI

Sul crinale del monte che sovrasta San Donato si trovano i resti di un antico castello. Questo rappresenta – assieme alla chiesa di S. Erasmo – la più antica testimonianza monumentale del borgo. La struttura si erge a 1171 metri sopra il livello del mare e si presenta oggi difficilmente leggibile a causa degli interventi moderni e del processo di rimboschimento. Il suggestivo panorama e i resti dei muri perimetrali (fino a quattro metri d’altezza) restano comunque un buon motivo per una visita al sito. È possibile accedere al castello dal lato nord attraverso i pascoli. A sud è presente un altro percorso molto accidentato che lo collega con un piccolo nucleo oggi abbandonato detto “La Porta”, da considerarsi per posizione e toponimo come l’antico accesso alla struttura difensiva. Nella Marsica furono costruite una grande quantità di strutture fortificate tra X e XI secolo. La maggior parte furono il frutto dell’opera dei conti dei Marsi. Questa famiglia comitale d’origine transalpina giunse in Italia al seguito del re Ugo di Provenza e salirono al potere grazie a Berardo I divenuto conte a metà del X secolo. La divisione del potere tra i vari membri della famiglia a partire dalla metà dell’XI secolo spiega la creazione di un numero straordinario di strutture, alcune delle quali ebbero anche una funzione abitativa ospitando alcuni degli esponenti del casato. La costruzione di strutture difensive rientrava dunque nelle strategie dei conti per il controllo del territorio e l’esercizio del potere ai fini di rafforzare la loro autorità. La prima menzione del castello di San Donato risale al 1057 quando nei privilegi di papa Stefano IX al vescovo dei Marsi Pandolfo viene citato il castrum di Pomperano. Il termine Pomperano era utilizzato fin dal X secolo per identificare l’area dell’attuale borgo di San Donato e di Poggio Filippo. Nel 1067 il castello è nuovamente nominato e questa volta come residenza del conte dei Marsi Oderisio II. Egli afferma di essere “abitator sum in castellu qui Pomperanu vocatur” e cita la chiesa di S. Erasmo in “ipso territorio de Pomperano in loco ubi Petra dicitur”. Ancora a metà del XII secolo il castello è sotto il controllo dei conti e in particolar modo di Berardo che si definisce conte di Sancto Donato e Podium de Sancto Ausino (Poggio Filippo) segnando la scomparsa del termine Pomperano a favore delle due nuove denominazioni. Il castello gode di un’ottima posizione strategica permettendo una piena visuale verso sud sulla valle dell’Imele e la via Tiburtina Valeria. Inoltre era in collegamento visivo con Castelvecchio a nord-ovest, Tremonti e il castello di Tagliacozzo a ovest e Girifalco a sud. La struttura è formata da un recinto fortificato intervallato da torri quadrangolari. In corrispondenza del punto più elevato si colloca il vero e proprio castello di cui si conservano tre torri circolari sugli angoli e una divisione interna in ambienti. Il tutto è costruito con una muratura a doppia cortina con conglomerato cementizio interno e pezzi di calcare e frammenti fittili all’esterno. Osservando le strutture murarie sono state avanzate due fasi di costruzione. La prima fase tra XI e XII secolo comprendente il recinto murario con le torri quadrate. Una seconda fase successiva al XIII secolo in cui il recinto fu rinforzato e fu costruito, nella parte più elevata, il castello di forma rettangolare.

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X sec.

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