San Potito (fraz. di Ovindoli, castello)

CENNI STORICI

«Il castello medioevale era ridotto a rudere in avanzato stato di degrado. Un'attenta lettura lo mostrava appartenere all'architettura preromanica. Risultavano aggiunti, in epoca gotica, il sostegno murario, a forma di barbacane, a settentrione, e il vano, a volta a botte, a levante, basato sul ciglio del Vallone a precipizio.
1. Castellum Sancti Potiti. Castello - così propriamente denominato sin dalla fondazione - era stato piazzato, a nido d'aquila, sulla cresta di uno scoglio pedemontano del massiccio asfaltico, oggi detto Pizzo di Ovindoli a sud dell'Altopiano delle Rocche, sul versante del lago Fucino, a 1181 metri sul livello del mare. Sorgeva all'estremità dello scoglione seguendone l'andamento, sul lato Nord del muro di cinta esterno. A pianta poligonale, senza torrette agli angoli, con altre due cinture murarie interne, era una tipica costruzione feudale dell'Alto Medioevo costituita dal Mastio, con funzione di difesa e abitazione o residenza non abituale del feudatario. Non faceva parte, almeno in origine, di un sistema difensivo territoriale. Era uno dei pochi castelli in muratura dell'epoca, tanto da prendere il nome proprio di "Castellum", perché capace di stabilità e durata.
2. Le vicende del Castello di San Potito. Nell'anno 1074, "Castellum Sancti Potiti" era proprietà di Nerino del fu Bonomo e di suo cugino Bonomo di Erimanno, feudatari di stirpe longobarda. Passato nel 1079 completamente in possesso dell'Abbazia di S. Maria di Farfa, con l'annessa chiesa intitolata a San Potito, alla fine del secolo XI diveniva parte integrante e, nello stesso tempo, rocca di un Castello recinto, costruito ai suoi piedi, sul pendio occidentale del colle Antonino. Il 25 febbraio 1115, nella Bolla di Pasquale II al vescovo dei Marsi Berardo e il 31 maggio 1188, nella Bolla di Clemente III al vescovo dei Marsi, Eliano, era denominato ancora "Castellum", leggendosi nella prima: "Ecclesiam... Sancti Potiti, Sancti Nicolai in Castello". Il 5 ottobre 1273, chiamato "Sanctus Potitus", veniva riconsegnato da re Carlo I d'Angiò al conte Ruggero I de Celano dei Gran Conti dei Marsi, reintegrati della Contea, dopo cinquanta anni dallo spogliamento da parte di Federìco II di Svevia. Nel 1279 veniva denominato "Castrum Sancti Potiti", avendo ormai perso il toponimo proprio di "Castellum" ma comunque rimanendo un centro più fortificato di altri centri abitati.
3. La rovina del Castello. L'antico maniero a lungo sfidò il tempo e forse le incurie dei vari possessori della Contea di Celano. Non poté resistere allo sconcio e lento diroccamento da parte degli uomini nati alla sua ombra dopo l'anno 1806, epoca della istituzione dei Comuni. Fornì allora, a buon mercato, pietre e grossi conci per le fondazioni e le cantonate di nuove case edificate, per oltre due secoli, ai piedi del Colle di San Potito, lungo la nuova strada carrabile provinciale. Divenne, per così dire, l'emblematico sfaldamento del sistema feudale. In tempi più recenti, il terremoto avvenuto nella Marsica il 13 gennaio 1915 ha dato forse l'ultimo strattone al Castello, rendendolo facile preda di una lenta, ma inesorabile erosione da parte degli agenti atmosferici. ...».

Bibliografia e Sitografia

http://www.ovindoli.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=52

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