Tiggiano (palazzo baronale Serafini-Sauli)

CENNI STORICI

«La costruzione del palazzo baronale si può far risalire alla metà del XVII secolo, allorquando Angelo Serafino, divenuto feudatario del Casale di Tiggiano nel 1640 ritenne opportuno costruirvi la propria dimora per seguire da vicino le sorti della sua proprietà. Non ci sono notizie certe del progettista né di quanti anni sono stati necessari per il complemento dell'edifìcio. Sicuramente il manufatto ha subito diversi ampliamenti nel corso della storia della famiglia baronale Serafini-Sauli; se in principio l'ingresso principale si trovava sotto l'ornamentale balcone dal quale i feudatari si affacciavano per parlare ai sudditi, successivamente lo stesso è stato spostato più a sud, quasi di fronte all'omonima piazza Castello. Il palazzo ha due ampi cortili interni: dal principale si accede, attraverso una scala, al primo piano, dove si trovano le stanze riservate alla nobiltà, mentre al piano terra si trovano i locali per la servitù, per i magazzini e per la custodia degli animali. La costruzione risente di uno stile tardo rinascimentale; la facciata non presenta particolari rilevanti; tranne un piccolo campanile al di sopra del coronamento dove era sistemata una campana e un segnavento a forma di galletto. L'unico ornamento esterno è il balcone decorato da volti e fregi architettonici, un'iscrizione datata afferma: BEATI OMNES QUI TIMENT D. NI. A. D. MDCCXVI. Due caditoie in alto rappresentano le tracce dell'antico castello. Il piano terra è costituito da circa ventidue ambienti di diverse dimensioni, per una superfìcie coperta di 1770 mq. e circa 500 mq. di cortili. Il piano superiore è composto da diciannove vani di dimensioni diverse con una superficie di 1550 mq. Al termine della scala, a sinistra, si trova l'ampio salone che fungeva da sala per i ricevimenti e le cerimonie, all'interno del quale si trova la cappella. È documentato che vi si celebrava la messa ogni mattina, oltre a battesimi e matrimoni. Il salone era arricchito di tele e di arazzi di notevole pregio che sono stati asportati prima dell'acquisto da parte della municipalità. Adiacente al salone si trova il vano di rappresentanza, l'unico con due lunette affrescate con episodi di vita cavalieresca. Al centro della volta si trova poi lo stemma araldico della famiglia baronale: in campo azzurro quattro serafini a sinistra e un'aquila a destra. L'ala posta a nord è ancora oggi priva di qualsiasi impianto e il pavimento è ancora quello originano m battuto tradizionale. Le ampie stanze del palazzo adibito a residenza signorile sono state pavimentate negli anni cinquanta con cotto porcellanato dipinto a mano. Le terrazze consentono percorsi lungo il perimetro del cortile principale e affacci su quello di servizio. Un ampio giardino adibito a frutteto con una torre colombaia e un parco di alberi di alto fusto con un ricchissimo sottobosco arricchiscono la residenza dei baroni Serafìni-Sauli. Dal 1985 l'edificio è divenuto di proprietà comunale: al piano superiore vi sono gli uffici comunali, al piano terra alcuni locali sono stati assegnati a varie associazioni locali».

Bibliografia e Sitografia

http://www.frisella.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1167&Itemid=127

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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