Tricarico (torre Saracena)

CENNI STORICI

Quartieri arabi. Nei quartieri della Ràbata e della Saracena è chiaramente leggibile il tessuto urbano di origine araba, caratterizzato da una via principale, l'araba shari, dalla quale si dipartono vie più piccole con andamento tortuoso (darb) e vicoli ciechi (zouqac). L'andamento viario non è frutto della casualità ma di precisi schemi urbani, definiti "grafemi-tipo", finalizzati a rendere insidioso l'abitato per i nemici che fossero riusciti a superare le mura di fortificazione. Saracena. Il quartiere si sviluppa attorno al fortilizio arabo del quale si conserva la porta, la torre, e parte delle mura di fortificazione. La saracena occupa la parte estrema a nord dell'abitato, fino al margine di un pianoro che si apre sul profondo vallone del torrente Milo. Ràbata. È il quartiere residenziale arabo al quale si accede attraverso una porta protetta da una piccola torre contigua. Il toponimo potrebbe scaturire dal termine arabo ribat nel significato covo degli arabi. Orti arabi terrazzati.  Risalenti al sec. IX-X ed ancora in uso, testimoniano un modo sapiente delle popolazioni arabe di sfruttare i terreni, altrimenti brulli ed improduttivi. Esse, infatti, sfruttarono le loro conoscenze e capacità di insediarsi in luoghi inadatti alle coltivazioni creando numerosi giardini-frutteti terrazzati, utilizzando un ingegnoso sistema di raccolta delle acque meteoriche e sorgive. Da un'attenta lettura degli orti di Tricarico si evincono due tipi di coltivazione, uno prossimo alle mura dell'abitato, costituito per lo più da frutteti (gli orti di crinale) e l'altro posto ai piedi del crinale (gli orti di valle) adibito principalmente alla coltivazione degli ortaggi.

La Torre

È il monumento maggiormente rappresentativo della città fortificata di Tricarico. Sorta, insieme al castello del quale faceva parte, nei secoli IX - X come rocca fortificata, fu completata in epoca normanna (sec XI) ed ha subito modifiche e rafforzamenti in epoca normanno-sveva (secc.XII-XIII). Dotata di una "scarpa", orlata di "beccatelli" e archetti di coronamento con "caditoie", si staglia sull'abitato con la sua mole. Alta 27 metri e con pareti spesse anche oltre 5 metri, si sviluppa su 4 livelli. Il castello fu donato alle Clarisse nel 1333 per insediarvi un monastero dedicato a Santa Chiara mentre la torre continuò ad avere una funzione militare fino al 1657, anno nel quale il duca Ippolito Revertèra, feudatario di Tricarico, la donò al monastero di Santa Chiara in occasione della monacazione di due sue figlie. Le strutture originarie del castello, di cui rimane una torre quadrangolare ricostruita nel 1971 a seguito di un crollo, sono state celate dagli ampliamenti subiti nei secoli dalla struttura monastica che arrivò ad inglobare la parte finale della via Monte che costeggiava le mura del maniero e che oggi è il corridoio centrale del convento. La torre normanna venne dichiarata monumento nazionale nel 1931

Bibliografia e Sitografia
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IX sec.

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