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Costanza d’Altavilla

Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II primo re di Sicilia e della terza moglie Beatrice di Rethel, nacque, molto probabilmente, a Palermo il 2 novembre del 1154, otto mesi dopo la morte del padre; nel frattempo il fratello Guglielmo successe al padre sul trono di Sicilia. Costanza trascorse la sua infanzia sotto le amorevoli cure della madre e frequentando la multietnica Corte di Sicilia.

Secondo alcune leggende popolari, poi avvalorate da alcuni cronisti di matrice antisveva, trasmessa anche da Giovanni Villani e da Dante (“leggenda del monacato”, Dante Divina Commedia (Paradiso, III, 113 ss.), Costanza sarebbe stata attratta dalla vita monastica e sarebbe entrata in un convento. A partire dal secolo XIV vari monasteri si contesero l’onore di aver ospitato tra le loro mura la nobile Costanza, come monaca se non addirittura come badessa. 

Contro questa leggenda che si tramandò per anni dal sec. XVI iniziarono a porsi delle obbiezioni. Sicuramente Costanza ebbe una vita riservata ed è certo che a trent’anni non era ancora sposata, fatto che era insolito per una principessa del suo rango.

Nel 1184 un accordo stabilì il fidanzamento di Costanza con Enrico, figlio dell’imperatore Barbarossa; il matrimonio venne celebrato due anni dopo, nel 1186, a Milano.

Ancora oggi non è chiaro chi sia stato l’artefice principale di questo accordo. Recentemente l’iniziativa è stata attribuita a Guglielmo II, che si sarebbe servito anche della mediazione del re d’Inghilterra. Forse il sovrano di Sicilia vide questo accordo nella prospettiva di dare un erede normanno al trono di Sicilia. Non si può escludere che l’iniziativa sia partita dalla corte sveva, infatti Federico I già in passato aveva tentato un approccio, ma senza successo. 

Il matrimonio di Costanza d’Altavilla con Enrico di Svevia, miniatura tratta dal codice Chigi.

Con questa unione i Normanni, spesso alleati dei pontefici romani, si legavano alla principale famiglia ghibellina, ostile al papato. Prima del matrimonio, Guglielmo II, che non aveva eredi maschi, designò la zia Costanza a sua erede obbligando la nobiltà del regno di Sicilia a giurarle fedeltà. Alla morte del re però i baroni e il papato, opposti agli Svevi, preferirono eleggere a re di Sicilia Tancredi di Lecce. 

Quando Enrico successe nel trono al padre (1191), decise subito di riconquistare il Regno di Sicilia, supportato anche dalla flotta della Repubblica pisana, da sempre fedele all’imperatore. Tuttavia, la flotta siciliana riuscì a battere la flotta pisana; l’esercito di Enrico, anche a causa di una serie di eventi sfortunati (fra tutti una pestilenza), fu decimato. Inoltre, Tancredi riuscì a catturare a Salerno la zia Costanza, impose ad Enrico come riscatto un accordo di tregua. Alla morte di Tancredi Enrico tornò in Italia riuscendo a sottomettere il Regno di Sicilia, al quale fu incoronato il 25 dicembre 1194. 

Costanza, a sua volta, fu incoronata imperatrice del Sacro Romano Impero a Roma nel 1191, complice l’affermazione di Enrico VI e la nascita di Federico a Jesi nel 1194, può finalmente tornare a Palermo come madre e regina di Sicilia.

Enrico VI e Costanza (Liber ad honorem Augusti, Pietro da Eboli, 1196)

Quando muore Enrico VI, nel 1197, è Costanza a governare il regno, e riesce a controllarlo nonostante le forti tensioni fra i tedeschi, posti dal marito nei punti chiave dello stato, ed i funzionari normanni.

Prima di morire, l’anno successivo, Costanza lascia tutore del figlio papa Innocenzo III. Con questa mossa, ella assicura la sopravvivenza del figlio e la sua folgorante carriera nel regno di Sicilia e nell’Impero.

Bibliografia:

  • Ernst Kantorowicz, Federico II di Svevia, Garzanti, Milano, 1939 e successive edizioni dal 1976 con il titolo Federico II imperatore.
  • John Julius Norwich, Il regno del sole, vol. II, Mursia, Milano 1972.
  • Eberhard Horst, Federico II di Svevia. L’imperatore filosofo e poeta, Rizzoli, Milano, 1981. 
  • David Abulafia, Federico II. Un imperatore medievale, Einaudi, Torino 1990).
  • Wolfgang Stürner, Federico II e l’apogeo dell’impero, Salerno editrice, Roma 2009).
  • Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, il Mulino, Bologna, 2009. 
  • Fulvio Delle Donne, L’elaborazione dell’immagine di Costanza d’Altavilla nel Due e Trecento. Incroci di tradizioni tra cronache meridionali e centro-settentrionali, tra Dante e Boccaccio, in «Reti Medievali. Rivista», 21 (2020), pp. 127-143.

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Di Alberto Gentile

Alberto GENTILE
È nato a Casalvecchio di Puglia (FG) - a pochi chilometri da Castel Fiorentino - il 16 gennaio 1958. Dopo aver frequentato il liceo classico si è laureato in Medicina e Chirurgia; ha sempre nutrito una grande passione per la storia e l’archeologia.
Il periodo storico che maggiormente gli interessa è quello normanno-svevo, la sua grande passione è il romanico pugliese. Nel 1997 ha portato sulla grande rete la storia di Federico II con il sito www.stupormundi.it del quale è attualmente il coordinatore. E' socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia.
Vive e lavora a Foggia. Suona il sax ed il flauto traverso; la musica che più ama è il jazz. È felicemente sposato e ha due figli.

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