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Microstorie

Aliano: dove la letteratura incontra l’anima del paesaggio

Aliano è un piccolo borgo di 838 abitanti in provincia di Matera in Basilicata.

Costruito su un colle argilloso a 555 metri di altezza, domina la Val d’Agri e del torrente Sauro. Nel suo territorio sono presenti numerosi calanchi, spettacolari pendii creati dall’erosione di rocce argillose, con scarsa copertura vegetale.

Dal 2018 ricandidato ogni anno a “Capitale italiana della Cultura”, è un vero scrigno di storia, arte e natura: da oltre vent’anni rappresenta un esempio di recupero ambientale e di sviluppo responsabile e sostenibile del territorio.

Aliano è noto per essere stato il luogo di confino dello scrittore Carlo Levi, che proprio qui ambientò “Cristo si è fermato a Eboli”. Le sue strade raccontano ancora oggi una storia di resistenza, cultura e identità. Aliano riesce a trasmettere il fascino profondo di un luogo dove la storia e la letteratura si intrecciano con la vita quotidiana e la cultura contemporanea. Un dialogo costante tra memoria e futuro: dai segni lasciati da Levi, al fermento del Festival “La Luna e i Calanchi”, ideato dal poeta Franco Arminio, che trasforma il borgo in un laboratorio a cielo aperto di paesologia, arte e incontro umano. Un luogo che non è solo fisico, ma anche simbolico. Tra i vicoli, i murales, le testimonianze degli abitanti e il paesaggio quasi lunare, ogni visitatore scopre un luogo che non si dimentica: autentico, poetico, potente.

La storia

Il nome Aliano deriva dal latino Praedium Allianum, cioè podere di Allius, un patrizio romano. Sin dall’antichità, il suo territorio fu centro importante di scambi tra la civiltà greca, etrusca ed enotria, come testimonia la scoperta di una necropoli risalente ad un periodo tra il VIII ed il VII secolo a.C., contenente più di mille tombe e numerosi reperti, ora custoditi nel Museo della Siritide di Policoro.

Nell’VIII secolo le diverse grotte scavate nelle rocce sedimentarie di origine alluvionale ubicate nella zona di fosso San Lorenzo, già abitate in età preistorica, ospitarono numerosi monaci basiliani sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste in Oriente.

I primi documenti in cui viene ufficialmente citato Aliano sono datati al 1060, anno in cui risale una bolla papale che attribuiva al vescovo di Tricarico l’amministrazione del borgo.

Aliano fu feudo di diverse famiglie, tra cui i Sanseverino, i Carafa ed i Colonna.

Luoghi d’interesse

I monumenti religiosi, i musei e le tracce del passato medievale e greco-italico di Aliano sono ben documentati, con riferimenti puntuali e stimolanti. 

Tra i luoghi d’interesse vi è la Chiesa di San Luigi Gonzaga, edificata nel XVII secolo. A navata unica, ospita delle tele coeve di ispirazione caravaggesca attribuite a Teresa del Po, Carlo Sellitto e Antonio Sarnelli (della scuola di Luca Giordano di Napoli).  Il presbiterio presenta un altare barocco e una statua lignea della Madonna Immacolata del XVIII secolo. Nella chiesa si trova anche una Croce Astile processionale del 1573, e una statua lignea di Madonna col Bambino del XV secolo, proveniente dalla chiesa di San Giacomo. 

Da visitare la chiesa di San Giacomo Maggiore in via Stella, il Santuario della Madonna della Stella in posizione panoramica, il Museo della Civiltà Contadina, con affreschi e oggetti rurali. Sosta obbligata al Museo storico Carlo Levi, che documenta il periodo di confino dell’artista e scrittore, includendo anche la casa dove visse.

Infine merita una visita il bel presepe artistico di Franco Artese, esposto a Roma ad Assisi e in tantissime parti del mondo, oggi in pianta stabile ad Aliano.

Luogo del cuore di Carlo Levi 

«Da qui tutto è lontano, ma tutto si raggiunge con un abbraccio, una stretta di mano. (…)

Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Uscivo spesso nelle belle giornate, a dipingere: ma lavoravo soprattutto in casa, nello studio o sulla terrazza dove il cielo era immenso, pieno di nubi mutevoli: mi pareva di essere sul tetto del mondo, o sulla tolda di una nave, ancorata su un mare pietrificato». Così Carlo Levi descrive Aliano nel romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli” (1945), rendendolo un luogo simbolico del Mezzogiorno italiano. Il riferimento continuo al romanzo e alla permanenza dell’autore conferisce al paese un’aura quasi mitica, che lo eleva da semplice borgo a “luogo dell’anima” italiana.

Carlo Levi durante il regime fascista, negli anni 1935-36 fu condannato al confino in Basilicata (chiamata, ufficialmente, Lucania) per la sua attività antifascista. Trascorse un periodo prima a Grassano e successivamente ad Aliano (che nel libro viene chiamata Gagliano, imitando la pronuncia locale), dove ebbe modo di conoscere la realtà di quelle terre e della sua gente. Durante il confino ad Aliano, su richiesta dei poveri del luogo, Levi esercitò gratuitamente la sua professione di medico, venendo a conoscenza in modo diretto delle misere condizioni della comunità.

Lo scrittore nelle sue ultime volontà espresse quella di essere seppellito ad Aliano «tra i suoi contadini». Nel paese sono ancora intatti tutti i luoghi descritti nel romanzo e nei vicoli sono impresse alcune frasi simbolo del libro. Levi ebbe qui l’occasione di scoprire un’altra Italia che era, appunto, quella contadina del Mezzogiorno.

Il Festival

Scriveva nell’estate 2024 il poeta e scrittore Franco Arminio, annunciando l’evento: «La luna e i calanchi è un festival che vuole raccogliere intorno a un luogo preciso il meglio delle tensioni civili e artistiche che si sprigionano intorno al Mediterraneo interiore, con una particolare attenzione a quello che accade in Lucania e nel borgo raccontato da Carlo Levi come simbolo di un Sud che costruisce nuove storie legate a un nuovo rapporto con il paesaggio. Come ogni anno, le cose che accadranno saranno molte di più di quelle previste dal programma. Perché la festa è di chi viene a farla, ad Aliano non si assiste a una serie di spettacoli, si sta dentro una cerimonia di poesia e impegno civile, si sta dalla parte del paese, si avverte il sacro che sta nelle terre che non si sono consegnate alla globalizzazione dello sfinimento».  

Il Festival, ideato da Franco Arminio e patrocinato dal Comune di Aliano con la Regione Basilicata,  la Provincia di Matera e il Parco Letterario Carlo Levi, si svolgerà dal 19 al 23 agosto. Rappresenta un perfetto esempio di come si possa fare cultura nei piccoli centri, con spirito di accoglienza e condivisione. L’approccio della “paesologia” arricchisce il racconto di una dimensione filosofica e civile. La valorizzazione del territorio e del paesaggio dei calanchi diventa vivida e poetica. I calanchi diventano quasi protagonisti del racconto. La loro potenza evocativa è forte. Il paesaggio è narrato non solo come elemento geo-fisico, ma come parte integrante della memoria e dell’immaginario collettivo.

Il Festival  emerge come un modello virtuoso di cultura partecipata e impegno civico, dove il visitatore non è spettatore ma parte attiva. L’intreccio tra eventi artistici, spiritualità e attaccamento alla terra è comunicato con passione. Una sorta di adozione collettiva di un paese nello spirito della “paesologia”. Fotografi, scrittori, pittori, registi, musicisti lasciano ogni anno una traccia artistica del loro passaggio nel paese del Cristo si è fermato a Eboli. La viva partecipazione degli abitanti del luogo e dei visitatori aggiunge autenticità e calore umano, mostrando un paese vissuto, amato, partecipato e non solo “raccontato”. Il festival di Aliano è la dimostrazione di come la Cultura possa generare economia.

Teresa Maria Rauzino

su “L’Edicola” del 4 maggio 2025

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