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Michele Scoto

Michele Scoto fu filosofo, scienziato, medico, alchimista, traduttore dall’arabo e dal greco al latino, enciclopedista ed astrologo, molto probabilmente nacque intorno al 1175 in Scozia.
Studiò ad Oxford, a Parigi e a Bologna che all’epoca erano le migliori università europee, qui arricchì le sue conoscenze scientifiche, filosofiche e umanistiche. Con un ampio bagaglio culturale si trasferì in Spagna e a Toledo, nel 1217 tradusse dall’arabo il De animalibus di Aristotele (nota 1) e ancora il De coelo et mundo, il De anima dello Stagirita con i commenti di Averroè uno dei più noti filosofi arabo-spagnoli. Con queste traduzioni lo Scoto permise di conoscere al mondo latino queste opere. Durante la sua permanenza spagnola tradusse anche il De sphaera di Alpetragio.

Si trasferì in Italia intorno al 1220 alla curia papale che gli riconobbe per i suoi meriti alcune rendite ecclesiastiche, poi passo alla corte dell’imperatore Federico II, di cui fu l’astrologo ufficiale seguendolo nei suoi spostamenti.

Pare che Federico l’abbia inviato all’università di Bologna a far dono delle traduzioni dei commenti averroistici ad Aristotele fatte da lui e da altri.
Alcune fonti riferiscono che l’imperatore Svevo utilizzò Michaele Scoto come inviato presso i sovrani Arabi, come al-Kamil, per scambi diplomatici e culturali.
Michele Scoto fece parte della corte itinerante federiciana insieme ad altri filosofi e scienziati, tra questi ricordiamo Davide di Dinant, Adamo da Cremona, Teodoro di Antiochia, Gualtierio d’Ascoli, Roffredo di Benevento, Leonardo Fibonacci ed il cronista Riccardo di San Germano.

Federico II riceve un libro da Michele Scoto nel dipinto di Giacomo Conti – Palazzo dei Normanni.

I testi medievali ci riferiscono una serie di quesiti che Federico II avrebbe rivolto ai saggi della sua Corte, ed in particolare a Michele Scoto.
Qui di seguito inseriamo alcuni dei quesiti che Federico II pose a Michele Scoto.

“[…] Noi ti preghiamo di volerci spiegare l’edificio della Terra, e precisamente quanto è alta la sua solida consistenza sovrastante gli abissi; […] se laggiù esista qualche altra cosa che la sorregge oltre l’aria e l’acqua; […] l’esatta misura che separa un cielo dall’altro e ciò che esiste al di là dell’ultimo cielo; in quale cielo Dio, per sua natura, si trovi, ed in che modo egli stia assiso sul trono celeste, e come gli facciano corona gli angeli ed i santi, e cosa facciano gli angeli ed i santi costantemente in sua presenza…

“Inoltre desideriamo sapere […] dove esattamente si trovino l’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso: sotto la Terra, nella Terra o sopra essa? […] E se un’anima nell’aldilà riconosca un’altra anima e se taluna di esse possa tornare in vita per parlare con qualcuno o mostrarglisi…

“Vogliamo inoltre conoscere le misure della Terra: la sua altezza, il suo spessore e quanto disti dal più alto dei cieli, quanto si estenda nel profondo; […] se contenga spazi vuoti oppure no, se sarebbe un corpo solido come una pietra focaia…

“Desideriamo sapere com’è che le acque dei mari sono tanto amare, e come mai, sebbene tutte le acque provengono dal mare, vi siano acque salate in molti luoghi, e in molti altri, lontane dal mare, acque dolci…

“Vorremmo sapere di quel vento che viene da ogni punto della Terra, e di quel fuoco che prorompe dalla Terra […] come accade in alcune località della Sicilia e presso Messina, sull’Etna, a Vulcano, Lipari, Stromboli…”

Lo scoto scrisse anche il Liber introductorius, che metteva insieme tutto ciò che si sapeva su geografia, medicina, studio dei pianeti e ricerca teologica che dedico all’imperatore Svevo. Ci restano frammenti di una sua Divisio philosophiae mentre sono perdute le Quaestiones Nicolai Peripatetici.

Per i suoi interessi alla scienza araba, all’astrologia e alla magia fu considerato da alcuni un mago.
Scoto è citato da Dante Alighieri nel canto XX dell’Inferno all’interno della bolgia degli indovini:

«… Quell’altro che ne’ fianchi è così poco,
Michele Scotto fu, che veramente
de le magiche frode seppe il gioco…»


In una leggenda pervenuteci si dice che egli avrebbe predetto a Federico II la morte “Sub Flore” ed effettivamente lo Svevo morì in un luogo dal nome di un fiore; Castel Fiorentino.
Molto verosimilmente lo scoto morì nel 1236, tra le varie leggende che si tramandano su di lui ce né una relativa alla sua morte, in particolare si dice che morì colpito sulla testa da un sasso mentre, a messa, come si deve, si era tolto un pesante elmo che teneva sempre a protezione del capo, avendo lui stesso preconizzato questa fine.

Nota 1 De animalibus di Aristotele; i 10 libri della Historiae animalium, i 4 del De partibus animalium, e i 5 del De genere animalium.

Bibliografia:

  • Commento sul De Sphera: The Sphere of Sacrobosco and its Commentators, a cura di L. Thorndike, University of Chicago Press, Chicago 1949.
  • Michele Scoto, Liber Phisionomiae, Venetiis 1477.
  • L’arte dell’Alchimia: The texts of Michael Scot’s Ars Alchimiae, a cura di S. H. Thomson, in Osiris, V (1938).
  • P. Morpurgo, Federico II e la fine dei tempi nella profezia del cod. escorialense f.III.8, “Pluteus. Periodico Annuale di Filologia”, 1, 1983, pp. 135-167

Per approfondire:
– R. Manselli, La corte di Federico II e Michele Scoto, in Atti del convegno internazionale L’averroismo in Italia, Roma, Accademia nazionale dei lincei 1979.
– Le scienze alla corte di Federico II, a cura di V. Pasche, Leiden, Brill 1994.
– Federico II, a cura di P. Toubert e A. Paravicini Bagliani, Palermo, Sellerio 1994 (3 voll.: Federico II e il mondo mediterraneo; Federico II e le scienze; Federico II e le città italiane).

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Di Alberto Gentile

Alberto GENTILE
È nato a Casalvecchio di Puglia (FG) - a pochi chilometri da Castel Fiorentino - il 16 gennaio 1958. Dopo aver frequentato il liceo classico si è laureato in Medicina e Chirurgia; ha sempre nutrito una grande passione per la storia e l’archeologia.
Il periodo storico che maggiormente gli interessa è quello normanno-svevo, la sua grande passione è il romanico pugliese. Nel 1997 ha portato sulla grande rete la storia di Federico II con il sito www.stupormundi.it del quale è attualmente il coordinatore. E' socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia.
Vive e lavora a Foggia. Suona il sax ed il flauto traverso; la musica che più ama è il jazz. È felicemente sposato e ha due figli.

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